Lo Studio di Impatto Ambientale
di Gian Andrea Pagnoni
ultima modifica 5/01/2015
ultima modifica 5/01/2015
Lo Studio d'Impatto Ambientale (SIA) è il documento tecnico redatto dal proponente il progetto (solitamente da tecnici da lui incaricati), in cui è presentata una descrizione approfondita e completa delle caratteristiche del progetto e delle principali interazioni dell'opera con l'ambiente circostante. Nel SIA deve essere fatto un quadro completo della situazione precedente la realizzazione dell'opera (ante operam o alternativa 0) e una previsione della situazione successiva alla realizzazione (post operam). Secondo il DLgs 152/2006, art. 27, comma 1, lo studio di impatto ambientale è predisposto a cura e spese del committente o proponente, secondo le indicazioni di cui all'Allegato V. Tale allegato indica in relativo dettaglio i contenuti minimi di un SIA:
- caratteristiche del progetto
- illustrazione delle soluzioni alternative
- analisi della qualità ambientale, ovvero descrizione dell'ambiente con particolare riferimento alle componenti potenzialmente interferite
- descrizione dei probabili effetti sull'ambiente, sia positivi che negativi (ovvero descrizione degli impatti potenziali)
- descrizione delle misure di mitigazione o compensazione
- riassunto non tecnico
- analisi delle difficoltà incontrate (ad es. nella raccolta dati, mancanza di conoscenze, lacune tecniche o amministrative, ecc.).
Generalmente il SIA viene suddiviso nelle seguenti sezioni:
- Quadro di riferimento programmatico;
- Quadro di riferimento progettuale;
- Quadro di riferimento ambientale.
Quadro di riferimento programmatico
Il quadro di riferimento programmatico per lo studio d’impatto ambientale deve fornire gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra l’opera progettata e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale.
Tale quadro in particolare comprende:
- La descrizione della motivazione del progetto in relazione agli stati di attuazione degli strumenti pianificatori in cui è inquadrabile il progetto stesso.
- La descrizione dei rapporti di coerenza del progetto con gli obiettivi perseguiti dagli strumenti pianificatori rispetto all’area di localizzazione, con particolare riguardo all’insieme dei condizionamenti di cui si è dovuto tenere conto nella redazione del progetto e in particolare le norme tecniche ed urbanistiche che regolano la realizzazione dell’opera, i vincoli paesaggistici, naturalistici, architettonici, archeologici, storico-culturali, demaniali ed idrogeologici eventualmente presenti, oltre a servitù ed altre limitazioni di proprietà;
- Piani regionali e nazionali di settore;
- Eventualmente altri strumenti di programmazione e di finanziamento;
- Piani regionali e provinciali dei trasporti;
- Piani per le attività industriali;
- Strumenti urbanistici locali.
Quadro di riferimento progettuale
Esistono numerose attività che concorrono alla creazione d’impatti provocati dalla realizzazione di un progetto. Tra queste attività (fattori causali d’impatto) si identificano quelle temporanee e quelle permanenti. Le prime sono quelle che presentano tutti quegli effetti legati principalmente al periodo di realizzazione dell’opera, cioè alla installazione ed alle opere di cantiere.
Le attività permanenti provocano impatti stabili, cioè quegli effetti negativi e positivi derivanti dalla avvenuta realizzazione ed attivazione dell’opera. Tali effetti sono da considerarsi più importanti dei precedenti sia per il loro permanere nel tempo, sia per il loro grado d’incidenza.
In relazione all’individuazione di queste diverse tipologie d’impatto, obiettivi specifici delle realizzazioni contenute nel quadro di riferimento progettuale sono:
In primo luogo fornire una chiara informazione sui servizi forniti dall’impianto attraverso una schematizzazione e descrizione delle singole attività svolte, comprese le previsioni di sviluppi futuri;
In secondo luogo procedere ad un bilancio input/output al fine di individuare i prelievi e le emissioni che hanno dirette relazioni con l’ambiente circostante.
Obiettivo complessivo di questa fase d’analisi e descrizione dell’opera è individuare e localizzare all’interno dell’impianto la presenza di potenziali fattori causali di impatto descrivendo al contempo le misure mitigative e di prevenzione adottate.
Quadro di riferimento ambientale
L’analisi della qualità ambientale e degli impatti su di esso richiede innanzitutto chiarezza su cosa si deve intendere con il termine stesso di ambiente. Esistono infatti almeno tre tipi di risposte possibili:
- si può considerare solo l’ambiente fisico e biologico e le relazioni di scambio che avvengono all’interno degli ecosistemi. Si descriveranno quindi le caratteristiche fisiche dell’ambiente (geologia, idrologia, sismologia, etc.), gli organismi viventi (flora, fauna), avendo riguardo alle emergenze naturalistiche eventualmente presenti, nonché le relazioni che tra essi avvengono (ecosistemi);
- si può fare riferimento anche all’ambiente antropizzato (beni culturali, paesaggio, ambienti urbani, usi del suolo); in tal caso le relazioni da descrivere comprenderanno anche le attività umane e le modifiche da esse impresse all’ambiente fisico, anche in termini di alterazioni del funzionamento degli ecosistemi;
- ci si può riferire a un concetto ancora più ampio, che comprende anche le attività e le condizioni di vita dell’uomo (salute, sicurezza, struttura della società e dell’economia, cultura, abitudini di vita).
- Atmosfera: qualità dell’aria e caratterizzazione meteoclimatiche;
- Ambiente idrico: acque sotterranee e acque superficiali (dolci, salmastre e marine), considerate come componenti, come ambienti e come risorse;
- Suolo e sottosuolo: intesi come profilo geologico, geomorfologico e podologico, nel quadro dell’ambiente in esame ed anche come risorse non rinnovabili;
- Vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali, emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali;
- Ecosistemi: complessi di componenti e fattori fisici, chimici e biologici tra loro interagenti ed interdipendenti, che formano un sistema unitario ed identificabile, (quali un lago un bosco, un fiume, il mare) per propria struttura, funzionamento ed evoluzione temporale;
- Salute pubblica: situazione epidemiologica della comunità;
- Rumore e vibrazione: considerati in rapporto all’ambiente sia naturale che umano;
- Paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità umane interessate e relativi beni culturali.
E’ importante, in ogni caso, tenere presente che, in uno studio di impatto ambientale, non necessariamente tutte le componenti e i fattori ambientali sopra indicati devono essere approfonditi nello stesso modo: il grado di approfondimento dipende dalla natura dell’opera in progetto e dalle specificità del sito.
L'allegato VII del DLgs 152/2006 indica i Contenuti dello Studio di impatto ambientale di cui all'art. 22:
1. Descrizione del progetto, comprese in particolare:
a) una descrizione delle caratteristiche fisiche dell'insieme del progetto e delle esigenze di utilizzazione del suolo durante le fasi di costruzione e di funzionamento;
b) una descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi, con l'indicazione, per esempio, della natura e delle quantità dei materiali impiegati;
c) una valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previsti (inquinamento dell'acqua, dell'aria e del suolo, rumore, vibrazione, luce, calore, radiazione, eccetera) risultanti dall'attività del progetto proposto;
d) la descrizione della tecnica prescelta, con riferimento alle migliori tecniche disponibili a costi non eccessivi, e delle altre tecniche previste per prevenire le emissioni degli impianti e per ridurre l'utilizzo delle risorse naturali, confrontando le tecniche prescelte con le migliori tecniche disponibili.
2. Una descrizione delle principali alternative prese in esame dal proponente, compresa l'alternativa zero, con indicazione delle principali ragioni della scelta, sotto il profilo dell'impatto ambientale, e la motivazione della scelta progettuale, sotto il profilo dell'impatto ambientale, con una descrizione delle alternative prese in esame e loro comparazione con il progetto presentato.
3. Una descrizione delle componenti dell'ambiente potenzialmente soggette ad un impatto importante del progetto proposto, con particolare riferimento alla popolazione, alla fauna e alla flora, al suolo, all'acqua, all'aria, ai fattori climatici, ai beni materiali, compreso il patrimonio architettonico e archeologico, nonché il patrimonio agroalimentare, al paesaggio e all'interazione tra questi vari fattori.
4. Una descrizione dei probabili impatti rilevanti (diretti ed eventualmente indiretti, secondari, cumulativi, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi) del progetto proposto sull'ambiente:
a) dovuti all'esistenza del progetto;
b) dovuti all'utilizzazione delle risorse naturali;
c) dovuti all'emissione di inquinanti, alla creazione di sostanze nocive e allo smaltimento dei rifiuti; nonché la descrizione da parte del proponente dei metodi di previsione utilizzati per valutare gli impatti sull'ambiente.
5. Una descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e se possibile compensare rilevanti impatti negativi del progetto sull'ambiente.
5-bis. Una descrizione delle misure previste per il monitoraggio;
6. La descrizione degli elementi culturali e paesaggistici eventualmente presenti, dell'impatto su di essi delle trasformazioni proposte e delle misure di mitigazione e compensazione necessarie.
7. Un riassunto non tecnico delle informazioni trasmesse sulla base dei numeri precedenti.
8. Un sommario delle eventuali difficoltà (lacune tecniche o mancanza di conoscenze) incontrate dal proponente nella raccolta dei dati richiesti e nella previsione degli impatti di cui al numero 4.
Il contenuto minimo di un SIA
Spesso ci si chiede quante analisi vanno fatte e quale è il livello di approfondimento di un SIA. Per il professionista la valutazione di questo aspetti è di primaria importanza perché è su questi che si svilupperà il preventivo. Un preventivo errato (sia in alto che in basso) comporta sempre delle difficoltà professionali, nel primo caso (ovvero una SIA eccessivamente costoso) può incrinare il rapporto di fiducia con il committente (colui che finanzia il progetto e il SIA), nel secondo caso il professionista che sarà costretto a lavorare sottocosto. Pertanto durante la fase di analisi del livello di approfondimento del SIA costi e tempi dello sviluppo del SIA dovranno essere attentamente valutati.
Alcuni anni fa io e il mio gruppo stavamo assistendo lo sviluppo di due progetti di impianti eolici per la produzione di energia elettrica in Italia Centrale, uno in Umbria e uno in Toscana. Durante i colloqui con l'Ente competente in una delle due Regioni ci fu detto "qui la popolazione non è in principio contraria all'Eolico, ma c'è una particolare attenzione agli aspetti paesaggistici, in quanto tali progetti sono percepiti come estranei al contesto ambientale". A distanza di una settimana, in una riunione con l'Ente competente dell'altra regione ci fu detto "qui la popolazione non è in principio contraria all'Eolico, ma c'è una particolare attenzione agli aspetti faunistici, in quest'area infatti è molto sviluppata la caccia e, a livello sociale, vi è una forte preoccupazione sulla possibilità che l'eolico possa ridurre la concentrazione di uccelli di interesse venatorio".
Il SIA è la relazione attorno alla quale si sviluppa la procedura autorizzativa di VIA e la nostra esperienza scientifica può sottovalutare il fatto che le criticità ambientali non sono sempre oggettivamente percepite, ma dinamiche sociali influiscono nelle scelte decisionali politiche e quindi anche nelle modalità di valutazione e di sviluppo del processo autorizzativo. Per una maggiore e attendibile valutazione di quali saranno gli elementi di maggiore criticità (ambientali e sociali) è opportuno aprire una fase di scoping con l'Ente competente in materia di valutazione ambientale e con gli Enti che potranno esprimere pareri sugli aspetti che prevedibilmente riceveranno maggiore attenzione per le prevedibili maggiori criticità ambientali o sociali.
Secondo il DLgs 152/2006, art. 27, comma 4: "Le informazioni richieste devono essere coerenti con il grado di approfondimento necessario e strettamente attinenti alle caratteristiche specifiche di un determinato tipo di progetto e delle componenti dell'ambiente che possono subire un pregiudizio, anche in relazione alla localizzazione dell'intervento, tenuto conto delle conoscenze e dei metodi di valutazione disponibili.
Lo stesso Decreto, al comma 5 fornisce il contenuto minimo del SIA, il quale deve comunque contenere almeno le seguenti informazioni:
- una descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche, alla sua localizzazione ed alle sue dimensioni;
- una descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e possibilmente compensare gli effetti negativi rilevanti;
- i dati necessari per individuare e valutare i principali effetti sull'ambiente e sul patrimonio culturale che il progetto può produrre, sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio;
- una descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal committente, ivi compresa la cosiddetta "opzione zero", con indicazione delle principali ragioni della scelta, sotto il profilo dell'impatto ambientale;
- una valutazione del rapporto costi-benefici del progetto dal punto di vista ambientale, economico e sociale.